Nella cultura italiana, il giorno del matrimonio è molto sentito, tanto che alla cerimonia tradizionale si aggiungono elementi della cultura popolare di ogni regione. In Sardegna, la cultura nuziale è ricca di riti scaramantici e antiche tradizioni locali che ancora oggi si mantengono vive tra le nuove generazioni. Ecco alcuni riti del matrimonio tradizionale sardo.
Matrimonio tradizionale sardo: l’usanza dei riti beneaugurali
Sapevate che nell’organizzazione delle nozze, ci sono riti scaramantici e beneaugurali nascosti dappertutto? Basti pensare che durante la vestizione della sposa, bisogna seguire la classica regola della cosa prestata, la cosa regalata e la cosa blu. Inoltre, spesso è di buon auspicio “lanciare” oggetti durante i festeggiamenti, come il bouquet o il riso.

Quest’ultimo, ad esempio, viene lanciato come augurio di fertilità e risale ad un’antica tradizione dei tempi dell’antica Roma. Essa prevedeva il lancio del grano agli sposi come simbolo di prosperità, ma questo nel tempo venne sostituito con il riso poiché meno costoso.
Nel matrimonio tradizionale sardo, invece, c’è un’usanza molto particolare che va ad unirsi alle altre classiche. Si tratta di un rituale, chiamato “Sa gratzia” che prevede la rottura di un piatto ai piedi della sposa.
I passi della tradizione
Come tutti i rituali beneaugurali, anche per “Sa gratzia” bisogna seguire dei passaggi ben precisi affinché porti fortuna e felicità alla coppia. Innanzitutto bisogna adagiare su un piatto in ceramica gli “ingredienti” necessari, che sono tutti simboli di prosperità come riso, foglie, grano e sale. E’ importante, poi, che il piatto non sia già scheggiato, perché il rito potrebbe non funzionare!
Inoltre, bisogna scegliere chi sarà a rompere il piatto e quando, perché gli unici momenti in cui poterlo fare secondo tradizione sono davanti la casa della sposa, o dopo la cerimonia. Solitamente, nel matrimonio tradizionale sardo, a compiere questo gesto sono sempre le donne, magari le nonne o le mamme, ma spesso anche le amiche della sposa si divertono a farlo.

Oltre alla fertilità e alla ricchezza, con la rottura del piatto, che rappresenta la famiglia, si augura ai due sposi di non tornare mai più alla casa d’origine e dunque di mantenere una solida relazione di coppia.
Matrimonio tradizionale sardo: una tradizione che ha origine nella Grecia antica
L’ultima regola fondamentale prevede che dopo la rottura del piatto, i cocci non vengano raccolti e gettati. Essi infatti dovranno essere portati via dalla natura e dagli agenti atmosferici, affinché gli sposi possano godere di felicità eterna.
Il rito di “Sa Gratzia” ha origini antichissime e pare che risalga addirittura agli antichi greci che lo compivano davanti la porta di casa della sposa per scacciare gli spiriti maligni. Ancora oggi moltissime coppie di sposi sardi scelgono di compierlo per portare avanti l’antica tradizione.
Essa, infatti, è parte integrante della cultura nuziale sarda, che al folklore unisce tradizione, storia e leggenda.
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